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Aliunde perceptum: significato, applicazione e impatto sul risarcimento

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L'aliunde perceptum è una nozione giuridica che permette di considerare e detrarre dal risarcimento totale le somme percepite da fonti alternative rispetto a quelle dirette della controversia, garantendo un'equa valutazione del danno subito.

In questo articolo ti spigheremo il significato di aliunde perceptum, come si calcola, a chi spetta l'onere della prove e come le agenzie investigative possono supportare il datore di lavoro.

 

Cosa si intende per aliunde perceptum?

Il termine "aliunde perceptum" è una locuzione latina che si usa prevalentemente nel contesto giuridico, in particolare in diritto civile e nel diritto del lavoro.

Il traduzione aliunde perceptum è letteralmente come "percepito altrove" o "percepito da altra fonte". Viene utilizzato per indicare le somme di denaro o i benefici che una persona ha ricevuto da fonti diverse rispetto a quelle direttamente coinvolte in una controversia o in un contenzioso legale.

Nella pratica, aliunde perceptum è rilevante soprattutto nei seguenti ambiti.

  1. Risarcimento del danno: quando si calcola il risarcimento per un danno subito, il concetto di aliunde perceptum può essere utilizzato per ridurre l'ammontare del risarcimento. Ad esempio, se una persona ha subito un danno che le impedisce di lavorare, ma ha percepito un'indennità assicurativa per lo stesso motivo, l'importo dell'indennità può essere detratto dal risarcimento dovuto dal responsabile del danno.

  2. Indennità di licenziamento: in caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore può ottenere un risarcimento per la perdita del lavoro. Tuttavia, se il lavoratore ha trovato un nuovo impiego e percepisce uno stipendio, l'importo dello stipendio percepito può essere sottratto dall'ammontare del risarcimento che il datore di lavoro precedente deve pagare.

L'aliunde perceptum è importante perché evita che una persona ottenga un ingiustificato arricchimento, cioè che riceva un risarcimento maggiore rispetto al reale danno subito. Assicura inoltre che il risarcimento rispecchi effettivamente la perdita economica netta.

Esempio di aliunde perceptum

Immaginiamo che un lavoratore venga licenziato ingiustamente e faccia causa al suo datore di lavoro chiedendo un risarcimento per il danno subito. Durante il periodo in cui è disoccupato, il lavoratore riceve un'indennità di disoccupazione o trova un altro lavoro. In questo caso, il giudice potrebbe considerare queste somme come aliunde perceptum e detrarle dal risarcimento complessivo a cui il lavoratore avrebbe diritto.

Differenza tra aliunde perceptum e aliunde percipiendum

Mentre l'aliunde perceptum riguarda il periodo compreso tra il licenziamento e la reintegrazione del lavoratore, l'aliunde percipiendum si riferisce ai casi in cui il lavoratore non si sia sufficientemente impegnato nella ricerca di una nuova occupazione

Per quanto riguarda l'aliunde perceptum, il datore di lavoro deve dimostrare che il dipendente, durante il periodo di interruzione del rapporto, ha trovato una nuova occupazione e ha percepito redditi da lavoro subordinato o autonomo. Questo serve a ridurre l'importo del risarcimento, che corrisponde a tutte le retribuzioni maturate dal giorno del licenziamento fino a quello della reintegrazione effettiva.

Invece, per quanto riguarda l'aliunde percipiendum, il lavoratore, dopo essere stato licenziato ingiustamente, ha l'obbligo di cercare attivamente una nuova occupazione. Infatti, secondo l'art. 1227, 2° co., c.c., il risarcimento non è dovuto per i danni che avrebbero potuto essere evitati con l'ordinaria diligenza.

Pertanto, se viene dimostrata l'inerzia del lavoratore nella ricerca di una nuova occupazione durante il periodo del giudizio, il datore di lavoro può chiedere la riduzione dell'indennità risarcitoria prevista dall'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. In entrambe le situazioni, l'onere della prova spetta al datore di lavoro.

Come si calcola l'aliunde perceptum?

Il calcolo dell'aliunde perceptum comporta la determinazione delle somme di denaro o dei benefici che un lavoratore ha effettivamente percepito da altre fonti durante il periodo compreso tra il licenziamento e la reintegrazione. Questo processo mira a ridurre l'importo del risarcimento dovuto dal datore di lavoro. Ecco i passaggi principali per calcolare l'aliunde perceptum.

  1. Determinare il periodo di riferimento: identificare il periodo che va dal giorno del licenziamento fino al giorno della reintegrazione effettiva del lavoratore.

  2. Calcolare le retribuzioni spettanti: determinare l'importo delle retribuzioni che il lavoratore avrebbe maturato se fosse rimasto in servizio durante tutto il periodo di riferimento. Questo include stipendi, bonus, tredicesima, quattordicesima e altri eventuali compensi.

  3. Identificare i redditi percepiti: raccogliere le informazioni sui redditi che il lavoratore ha effettivamente percepito da altre fonti di lavoro subordinato o autonomo durante il periodo di riferimento. Questi redditi possono derivare da un nuovo impiego o da attività autonome che il lavoratore ha svolto.

  4. Documentazione dei redditi: il datore di lavoro deve ottenere prove documentali dei redditi percepiti dal lavoratore, come buste paga, contratti di lavoro, dichiarazioni fiscali, fatture, ecc.

  5. Sottrazione dei redditi percepiti: sottrarre i redditi percepiti dal lavoratore (aliunde perceptum) dall'importo totale delle retribuzioni spettanti. L'importo rimanente rappresenta il risarcimento effettivamente dovuto.

Esempio di calcolo dell'aliunde perceptum

Immaginiamo un caso concreto.

  • Periodo di riferimento: 1° gennaio 2022 - 31 dicembre 2022
  • Retribuzioni spettanti: 30.000 euro (stipendi e altri compensi che il lavoratore avrebbe percepito se fosse rimasto in servizio)
  • Redditi percepiti: 10.000 euro (da un nuovo impiego o da attività autonome)

Il calcolo dell'aliunde perceptum sarà il seguente:

  1. Importo totale delle retribuzioni spettanti: 30.000 euro
  2. Redditi percepiti dal lavoratore: 10.000 euro
  3. Risarcimento dovuto: 30.000 euro - 10.000 euro = 20.000 euro

In questo esempio, il risarcimento effettivamente dovuto dal datore di lavoro sarà di 20.000 euro, poiché i 10.000 euro percepiti dal lavoratore vengono sottratti dall'importo totale delle retribuzioni spettanti.

Aliunde Perceptum e NASpI

Quando si tratta di un licenziamento illegittimo, l'importo della NASpI percepita dal lavoratore può essere considerato aliunde perceptum. Questo significa che il datore di lavoro può chiedere che l'importo del risarcimento venga ridotto dell'ammontare della NASpI percepita dal lavoratore durante il periodo di disoccupazione.

 

L'onere della prova nell'aliunde perceptum e la riduzione risarcimento

La giurisprudenza della Sezione Lavoro della Cassazione è ormai consolidata nel ritenere che, per quantificare il danno provocato da un licenziamento illegittimo, è necessario considerare l'aliunde perceptum. Questo principio è stato ribadito in diverse sentenze, tra cui quelle del 16 maggio 2005, n. 10155, del 26 ottobre 2010, n. 21919, e, più recentemente, dell'11 febbraio 2013, n. 3181, e del 16 luglio 2013, n. 17370

Un’azienda coinvolta in una controversia lavorativa per licenziamento illegittimo, promossa da un ex dipendente, può quindi verificare se quest’ultimo, a partire dal periodo successivo all’interruzione del rapporto di lavoro, abbia svolto o stia ancora svolgendo attività lavorativa per altre imprese, anche in forma non ufficiale (ovvero in nero). L'onere della prova nel contesto dell'aliunde perceptum ricade sul datore di lavoro. Questo significa che il datore di lavoro deve dimostrare che il lavoratore ha effettivamente percepito redditi da altre fonti durante il periodo compreso tra il licenziamento e la reintegrazione. Per farlo, il datore di lavoro deve fornire prove concrete e documentali dei redditi che il lavoratore ha guadagnato durante questo periodo.

Le prove possono includere:

  • buste paga: documenti che attestano i redditi percepiti dal lavoratore presso un altro datore di lavoro;
  • contratti di lavoro: documenti che dimostrano l'assunzione del lavoratore presso un'altra azienda;
  • dichiarazioni fiscali: documenti che attestano i redditi dichiarati dal lavoratore;
  • fatture o ricevute: in caso di lavoro autonomo, documenti che attestano i pagamenti ricevuti per i servizi resi.

La riduzione del risarcimento dovuto al lavoratore si basa sull'importo dei redditi percepiti da altre fonti (aliunde perceptum) durante il periodo di interruzione del rapporto di lavoro. Il calcolo prevede i seguenti passaggi.

  1. Determinare le retribuzioni spettanti: calcolare l'importo totale delle retribuzioni che il lavoratore avrebbe maturato dal giorno del licenziamento fino a quello della reintegrazione. Questo include tutte le componenti dello stipendio, come salario base, bonus, tredicesima, quattordicesima, ecc.

  2. Identificare i redditi percepiti: raccogliere e verificare i redditi che il lavoratore ha percepito da altre fonti durante lo stesso periodo. Questi redditi possono provenire da un nuovo impiego o da attività autonome.

  3. Sottrarre i redditi percepiti: sottrarre l'importo totale dei redditi percepiti dal lavoratore dalle retribuzioni spettanti. L'importo rimanente rappresenta il risarcimento netto dovuto.

Il ruolo delle agenzie investigative nell'aliunde perceptum

Nel contesto delle controversie lavorative relative al licenziamento illegittimo, il concetto di aliunde perceptum assume una rilevanza cruciale. Come specificato sopra, questo principio richiede che il datore di lavoro dimostri che il lavoratore ha percepito redditi da altre fonti durante il periodo tra il licenziamento e la reintegrazione. Qui entrano in gioco le agenzie investigative, che possono fornire un supporto essenziale per raccogliere e documentare le prove necessarie.

  • Verifica delle attività lavorative: le agenzie investigative possono essere incaricate di verificare se l'ex dipendente abbia intrapreso altre attività lavorative durante il periodo di interruzione del rapporto di lavoro. Questo può includere sia lavori ufficiali, con regolare contratto, sia attività non dichiarate, conosciute anche come lavoro nero. Gli investigatori possono raccogliere informazioni su eventuali nuovi datori di lavoro, orari di lavoro, compiti svolti e compensi ricevuti.
  • Raccolta di prove documentali: uno degli aspetti più importanti è la raccolta di prove documentali che possano essere presentate in sede giudiziaria. Le agenzie investigative possono ottenere buste paga, contratti di lavoro, fatture, ricevute di pagamento e qualsiasi altro documento che attesti i redditi percepiti dal lavoratore. Queste prove sono fondamentali per dimostrare l'aliunde perceptum e ridurre l'ammontare del risarcimento dovuto.
  • Indagini sul campo: le agenzie investigative possono anche condurre indagini sul campo per monitorare le attività del lavoratore. Questo può includere osservazioni dirette, fotografie, video e altre forme di sorveglianza che documentino l'attività lavorativa del dipendente. Tali prove possono essere particolarmente utili nei casi in cui il lavoro venga svolto in maniera non ufficiale.
  • Analisi e reportistica: una volta raccolte tutte le informazioni e le prove, le agenzie investigative preparano un report dettagliato che sintetizza i risultati delle indagini. Questo report può essere utilizzato dal datore di lavoro in sede giudiziaria per dimostrare che il lavoratore ha percepito redditi da altre fonti e richiedere una riduzione del risarcimento. Il report deve essere chiaro, dettagliato e supportato da prove concrete e verificabili.
  • Consulenza e supporto legale: oltre alla raccolta di prove, le agenzie investigative spesso offrono consulenza e supporto legale. Possono lavorare a stretto contatto con gli avvocati del datore di lavoro per assicurarsi che tutte le prove siano raccolte e presentate in conformità con le leggi vigenti. Questo supporto può essere fondamentale per costruire un caso solido e convincente.

 

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