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Storno dipendenti e concorrenza sleale: ecco cosa sapere!

storno dipendenti e concorrenza sleale
| Luca Lampis | Investigazioni Aziendali

Storno dipendenti e concorrenza sleale sono concetti spesso collegabili tra loro, ma non rappresentano la stessa cosa.

Possiamo notare, infatti, situazioni in cui lo storno si verifica senza incorrere in condotte anti-etiche, mentre in altre hanno luogo comportamenti poco ortodossi senza sottrazione di personale.

Tale attività, effettuata per svariati motivi, può riguardare piccole e grandi aziende di tutto il mondo e porta a un impoverimento delle strutture organizzative di chi la subisce, ma non sempre costituisce illecito.

Di seguito scoprirai di cosa si tratta, quando è reato, i riferimenti normativi e cosa fare in caso di abusi.

 

Cos'è lo storno dei dipendenti

Con questo termine s'intende l'ingaggio di risorse umane appartenenti a una realtà aziendale a opera di concorrenti.

In altre parole, il competitor fa entrare alcuni componenti di altre imprese nel proprio organigramma allo scopo di ottimizzare le attività, previo recesso dal contratto stipulato con il precedente datore di lavoro.

In tal modo il soggetto stornante può venire a conoscenza del bagaglio di nozioni, competenze, segreti, contatti ed esperienze (know-how) dell'azienda che subisce lo storno del personale.

Quest'ultimo può avvenire in varie occasioni, ma tipicamente durante la partecipazione a seminari di formazione organizzati dall'imprenditore danneggiato.

Per approfondire: Patto di non concorrenza del dipendente: cos’è e obblighi

Quando lo storno dipendenti diventa concorrenza sleale?

L'assunzione di personale sottratto ad altre imprese non è di per sé reato. Ecco quando non puoi accusare un competitor di concorrenza sleale:

  • prima di passare al concorrente, l'ex collaboratore matura esperienze in altre aziende;
    • l'ex dipendente rispetta le clausole definite dall'accordo scritto con il vecchio datore di lavoro;
    • l'ingaggio avviene in linea con i principi di libera circolazione del lavoro e di iniziativa economica;
    condizioni restrittive riguardo alla risoluzione del contratto.

Affinché lo storno di personale degeneri in condotte anti-etiche dobbiamo prima dimostrare l'effettiva volontà di danneggiare l'azienda dalla quale avviene l'ingaggio di risorse umane. In gergo giuridico, dobbiamo appurare la presenza di un animus nocendi (intenzione di nuocere).

Cosa dice la Legge

L'ordinamento italiano prevede alcuni riferimenti normativi riguardo alla sottrazione illecita di personale.

Ecco quali sono:

  • articolo 2598 (comma 3) del Codice Civile
    • ordinanza della Corte di Cassazione 3865 del 17 febbraio 2020
    artt. 4 e 36 della Costituzione
    art. 41 della Costituzione.

Tali fonti sono in linea con i principi della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948.

Articolo 2598 (comma 3) del Codice Civile

Qui troviamo una definizione di quali siano gli atti di concorrenza sleale. Il comma 3, in particolare, fa riferimento a modalità dirette e indirette volte ad arrecare danno ad altre aziende con violazione dei principi di correttezza professionale (di cui all'art. 1175 C.C.).

La fonte rimanda anche alla visione degli artt. 2599 e 2600 del C.C. per sanzioni e modalità di risarcimento danni in caso di infrazioni.

Ordinanza della Corte di Cassazione 3865 del 17 febbraio 2020

Mette in luce la necessità di individuare delle condizioni oggettive per dimostrare il requisito dell'animus nocendi.

Di seguito trovi un elenco degli indicatori:

  • posizione occupata nell'azienda antagonista (in particolare per compiti altamente specifici);
    • numero di risorse stornate e qualità delle loro mansioni;
    metodi persuasivi adottati per il passaggio alla concorrenza;
    • problemi legati al rimpiazzo.

La valutazione di tali indici permette di sopperire alle difficoltà legate all'inquadramento dell'elemento soggettivo.

Articoli 4 e 36 della Costituzione

In base all'art. 4 della Costituzione, i cittadini hanno il diritto e il dovere di dedicarsi a un impiego professionale.

L'art. 36, invece, sancisce il diritto a un'adeguata remunerazione (commisurata all'impegno e al tempo) che garantisca una vita decorosa, riposo settimanale e ferie pagate. La giornata lavorativa non deve andare oltre il monte ore previsto dalle norme.

Articolo 41 della Costituzione

Tale disposizione sancisce la libertà dell'iniziativa imprenditoriale privata, cioè il diritto di avviare un'attività senza imposizioni esterne.

Allo stesso tempo, l'esercizio delle mansioni deve svolgersi in linea con le esigenze di utilità sociale (ossia finalizzato a un aumento generale del benessere) e di tutela delle condizioni di lavoro (come sicurezza, salute, dignità, libertà e rispetto per l'ambiente).

Come dimostrare la concorrenza sleale nello storno dei dipendenti

Le indagini ruotano intorno alla dimostrazione dell'animus nocendi dell'impresa stornante, quindi ad accertamenti sui punti definiti dall'Ordinanza 3865/2020 della Corte di Cassazione.

Allo stesso tempo occorre verificare accuratamente la documentazione contrattuale e le condizioni in cui il dipendente stornato ha lavorato nell'azienda di provenienza.

Cosa può fare un'agenzia investigativa

Se ti ritrovi nella situazione appena descritta e non sai come far valere i tuoi diritti, puoi affidarti a un’agenzia investigativa specializzata in investigazioni aziendali.

Grazie a un'approfondita conoscenza delle normative e all'esperienza maturata sul campo, possiamo accertarci della sussistenza di condizioni oggettive in caso di storno anti-etico del personale.

Allo stesso tempo siamo in grado di verificare la validità o meno delle clausole imposte da patti di non concorrenza o di riservatezza, nonché di accordi di non concorrenza tra imprese, stipulati all'inizio del rapporto di lavoro o in itinere.

Utilizzando gli strumenti consentiti dalla legge raccogliamo prove che porteranno all'elaborazione di una relazione investigativa, in modo da raggiungere gli obiettivi di partenza.

Per una consulenza gratuita e senza impegno, non esitare a contattarci!
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