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Insider Threat: cos'è e strategie di prevenzione e mitigazione

Insider Threat
| Luca Lampis | Sicurezza informatica

L’insider threat, o minaccia interna, rappresenta uno dei rischi più insidiosi nel panorama della cybersecurity aziendale.

Si verifica quando un individuo con accesso autorizzato (dipendente, ex‑dipendente, fornitore o contractor) causa danni intenzionali o involontari ai sistemi, ai dati o alla reputazione dell’organizzazione.

In un’epoca di connessione continua, cloud computing e smart working, la possibilità di accesso alle informazioni è ovunque, il che rende questa minaccia particolarmente rilevante per la riservatezza, l’integrità e la disponibilità dei dati.

Tipologie di insider threat

In questo paragrafo analizziamo le diverse categorie di minacce interne, distinguendo tra dolo e negligenza.

Attori malevoli e negligenza

Le principali tipologie includono:

  • pedine (pawns): utenti ingannati da attacchi di social engineering o phishing, come il caso Ubiquiti (40 milioni trasferiti a una falsa filiale);

  • personale incompetente (goofs): utenti negligenti che bypassano le policy di sicurezza per pigrizia o ignoranza (in ben il 95% delle aziende);

  • collaboratori: insider che offrono dati a terzi (concorrenti, stati) come nel caso Dongfan “Greg” Chung;

  • lupi solitari (lone wolves): minacce interne che agiscono autonomamente per ragioni personali, come Edward Snowden.

L’Università di Oxford distingue tra attacchi deliberati e accidentali, sottolineando come anche gli errori (phishing, dati persi, configurazioni errate) possano causare danni rilevanti.

Fattori che inducono alla minaccia interna

Questo paragrafo esplora le radici psicologiche e organizzative delle azioni malevole o involontarie.

Motivazioni e predisposizioni

La decisione di attaccare può essere innescata da vari fattori:

  • eventi precipitanti: licenziamenti, demotion, ingiustizie percepite o problemi personali;

  • tratti di personalità: narcisismo, egocentrismo, triade oscura e altre predisposizioni comportamentali;

  • stati emotivi momentanei: stress, frustrazione, senso di diritto, disaffezione verso il lavoro;

  • storico comportamentale: precedenti disciplinari, dipendenze o comportamenti a rischio.

A questi si aggiungono la motivazione (finanziaria, vendetta, notorietà), il livello di skill tecnico, e l’opportunità, facilitata da privilegi e accessi non monitorati.

Impatto e costi delle minacce interne

Le conseguenze di un insider threat possono essere devastanti:

  • data breach e furto di proprietà intellettuale;

  • danni economici: in Italia, il costo medio di un data breach è 3,13 milioni € (IBM, 2019), con il 23% delle violazioni legate al fattore umano;

  • ritardi nel rilevamento e contenimento: mediamente 213 giorni per l’identificazione e 70 per il contenimento;

  • sabotaggio informatico e danno reputazionale irreversibile.

Strategie di prevenzione e mitigazione

Per combattere efficacemente l’insider threat serve una strategia articolata, che integri tecnologia, processi e persone.

Controllo tecnologico

  • microsegmentazione della rete per limitare l’accesso non autorizzato;

  • autenticazione a più fattori (2FA/MFA) per rafforzare la verifica degli accessi;

  • analisi comportamentale (UBA/UEBA) e soluzioni basate su AI e machine learning per il rilevamento precoce delle anomalie;

  • utilizzo di DLP (data loss prevention) per monitorare e bloccare trasferimenti di dati sensibili;

  • sicurezza degli endpoint (NGAV/EDR) per intercettare attività sospette su dispositivi fisici e virtuali;

  • adozione di una architettura Zero Trust, con privilegi minimi per ogni utente e verifica continua ad ogni accesso.

Valorizzazione delle persone

  • formazione continua e awareness: corsi, simulazioni di phishing e comunicazione costante;

  • segnalazione protetta di comportamenti sospetti e rafforzamento della fiducia tra dipendenti;

  • screening preventivo e background check per ruoli sensibili;

  • coinvolgimento di più dipartimenti (IT, HR, legale, sicurezza) per un approccio coordinato.

Governance e conformità

  • revisione periodica dei privilegi e audit dei sistemi;

  • adozione di policy chiare sul monitoraggio e sulla privacy, nel rispetto del GDPR e regolamenti nazionali;

  • collaborazione interna e comunicazione trasparente sulle strategie di sicurezza.

Aspetti legali ed etici

Gestire l’insider threat richiede equilibrio tra sicurezza e rispetto dei diritti:

  • il Codice penale e le normative anti‑hacking puniscono l’accesso o la divulgazione non autorizzata di dati;

  • il GDPR e leggi come il Privacy Act australiano stabiliscono obblighi di protezione dei dati e sanzioni in caso di violazioni;

  • il Corporations Act pone responsabilità anche su amministratori per prevenire, ad esempio, l’insider trading;

  • eticamente, il monitoraggio svolto senza trasparenza può minare la fiducia dei dipendenti, riducendo produttività e morale.

È dunque essenziale informare chiaramente sui processi, garantire proporzione nelle misure adottate e tutelare la privacy individuale.

Il ruolo emergente della tecnologia

La tecnologia ormai guida la prevenzione delle minacce interne.

Intelligenza artificiale e analisi comportamentale

L’uso di AI e ML, insieme a sistemi UEBA, consente di:

  • costruire baseline comportamentali personalizzate;

  • rilevare tempestivamente deviazioni sospette;

  • individuare pattern emergenti e minacce sconosciute.

Soluzioni innovative

  • Deception technology: l’offerta di esche digitali per identificare potenziali insider maligni;

  • ITDR (identity threat detection & response): strumenti focalizzati sulle identità per prevenire escalation di privilegi;

  • automazione dei processi di sicurezza per accelerare le risposte.

Verso un approccio olistico e proattivo

La combinazione di controlli avanzati, formazione mirata e cultura aziendale consente di passare da una strategia reattiva a una di prevenzione attiva. Solo così un’organizzazione può davvero proteggere i propri asset, la reputazione e mantenere un vantaggio competitivo sul lungo periodo.

Conclusioni

L’insider threat è una delle sfide più complesse per le organizzazioni moderne: mascherata dalla fiducia e potenziata dall’accesso privilegiato. Comprendere a fondo le tipologie — dal pawn al lone wolf — e i fattori scatenanti è essenziale per costruire un sistema di difesa efficace.

Integrare tecnologie avanzate (AI, UEBA, Zero Trust, EDR, DLP), formazione continua, governance trasparente e coinvolgimento interfunzionale consente di affrontare questa minaccia in modo strutturato. Il monitoraggio attivo, se trasparente e proporzionato, diventa uno strumento di protezione — non un atto punitivo.

Solo adottando un approccio strutturato, multidisciplinare e allineato ai principi EEAT, un’organizzazione può individuare e neutralizzare tempestivamente le minacce interne, proteggendo così i propri dati, il capitale intellettuale e il proprio valore sul mercato.

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