Frodi su cessione del credito Superbonus: un po' di numeri
La questione relativa alle frodi su cessione del credito Superbonus 110% è oggi più che mai attuale. I numeri, come sottolineato pochi mesi fa Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, sono purtroppo spaventosi: ad oggi si contano crediti d’imposta inesistenti per un valore di oltre 4,4 miliardi di euro.
Onde evitare che questa piaga incida ancora in maniera negativa, il Governo è a mesi al lavoro sulla reintroduzione di cessioni multiple, ma limitatamente a istituti e ad enti finanziari, vigilati da Banca d’Italia.
Indice dei contenuti
Truffe su cessione del credito Superbonus: il quadro è preoccupante
Negli ultimi mesi la situazione frodi è precipitata, principalmente per via del boom venutosi a creare attorno ai bonus edilizi e, in particolar modo, alle truffe aventi a che fare con il Superbonus 110%. Tra le truffe più ricorrenti hanno portato all'arresto di alcuni commercialisti, rei di inviare all'Agenzia delle Entrate dati fasulli.
Altre tipologie di frode vertono sull'identificazione di realtà imprenditoriali in forte crisi economiche e in procinto di fallire. Rappresentano tuttora la migliore opzione possibile per creare indebiti crediti d'imposta.
Il rappresentante delle suddette società viene rimpiazzato da un prestanome, le cui credenziali si rivelano utili ai fini dell'inserimento delle comunicazioni circa le cessioni di credito. Il loro invio avviene nell'apposita area riservata del portale dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo, i malintenzionati possono contare su una sorta di schermo, qualora in futuro venissero effettuati ulteriori accertamenti. In seguito all’inserimento delle comunicazioni, il diretto interessato dichiarava di aver pagato canoni di locazione maggiori rispetto a quelli effettivi o di aver ultimato ristrutturazioni mai eseguite.
Così si generano crediti di imposta fittizi, messi in vendita nei confronti di società compiacenti.
I rischi per gli istituti di credito
Quali sono i principali rischi che gli istituti di credito si ritrovano a fronteggiare?
Sostanzialmente, in questo sfondo “monstre”, come lo hanno ribattezzato i principali quotidiani economici, le banche devono vedersela con il problema non di poco conto dell’acquisto dei crediti gonfiati e, addirittura, di quello dei crediti inesistenti. Parliamo di 4,4 miliardi di crediti inesistenti identificati che rappresentano molto più di un campanello d’allarme.
Come venirne fuori?
Bisognerà necessariamente trovare un equilibrio fra la lotta alle frodi e le reali esigenze economiche del Paese. Modificare la stretta anti-frodi, varata mesi addietro dal Governo, risulterebbe un intervento che rischierebbe di paralizzare l’intero comparto edilizio.
Mesi addietro, Ernesto Maria Ruffini aveva sottolineato come le prime cessioni con i conseguenti sconti in fattura erano stati comunicati all’Agenzia delle Entrate mediante la piattaforma di riferimento: di trattava di circa 4,8 milioni di euro per un totale di ben 38,4 miliardi di euro.
Ed è proprio su questi numeri che le frodi hanno finito per prendere il sopravvento: si sono registrate tutta una serie di irregolarità correlate alla creazione di crediti d’imposta inesistenti per ingenti importi, di svariati miliardi di euro.
Nella maggior parte dei casi, i proventi delle truffe e delle frodi sulla cessione del credito relativi al Superbonus sono stati veicolati all’estero. Tra concatenazioni articolate in materia di cessioni a società e a persone fisiche, la monetizzazione è avvenuta presso vari intermediari finanziari, come gli istituti di credito, che di fatto risultano truffati insieme allo Stato.
Il nodo delle frodi fiscali in riferimento alle frodi su cessione del credito Superbonus
Allo stato attuale delle cose, purtroppo, prevale ancora un’evidente incertezza nel momento in cui si tratta di determinare le responsabilità, a fronte di accertamento di frode fiscale.
Ai sensi di quanto indicato all’interno della circolare n. 23/E dell’Agenzia delle Entrate, viene fuori che in caso di illeciti attinenti alla cessione dei crediti, a essere responsabili della frode risultano anche gli intermediari finanziari, i quali sono enti deputati alla verifica.
Al momento, banche, istituti di crediti e intermediari finanziari preferiscono non acquistare crediti, in quanto si trovano in una condizione particolare, dove non sono in grado di stabilire a chi cederli e, soprattutto, come. Il peggiore dei suddetti scenari, poi, è la loro svalutazione. Ad oggi, per ogni 110 euro, gli istituti di credito non ne pagano più 103, come avveniva mesi fa, ma addirittura 97.
Affidarsi ai professionisti per evitare responsabilità
Siamo un’agenzia investigativa che tra le sue innumerevoli competenze, sviluppate nel corso della sua pluriennale esperienza lavorativa, si occupa tuttora anche di indagini per frodi su cessione del credito Superbonus.
Nella circostanza in cui, in qualità di intermediario finanziario o istituto di credito, ti ritrovassi a dover affrontare il problema dell’acquisto dei crediti inesistenti o gonfiati, mettiti in contatto con noi!
Categorie del Blog
- News
- Investigazioni Aziendali
- Investigazioni Private
- Bonifiche digitali e microspie
- Investigazioni difensive
- Indagini patrimoniali e finanziarie
- Sicurezza informatica
- Informazioni commerciali
- Indagini Forensi
- Sicurezza
- Recupero del credito
- Cybersecurity
- Controllo Minori
- Rassegna Stampa
- Casi di successo
Articoli Correlati
- Financial Due Diligence: cos'è, a cosa serve e chi può farla
- Whistleblower: chi è come viene tutelato (il "caso Nike")
- Risk Assessment: cos'è, come farlo e perché è importante
- World Check: cos'è, a cosa serve e perché è importante
- IVASS: cos'è, funzioni e obiettivi
- Social Media Intelligence (SOCMINT) nelle Investigazioni: cos'è, quando si applica e vantaggi
- Whistleblower o segnalatore di illeciti: chi è e cosa fa
- GDPR: cos'è e cosa sapere per essere in regola
- Business Intelligence: la nuova frontiera delle investigazioni aziendali
- Come difendere la propria reputazione online