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Atti persecutori: cosa sono, esempi e come difendersi

atti persecutori
| Luca Lampis | Investigazioni Private

Sentiamo spesso parlare di atti persecutori, ma non tutti sanno cosa significhi tale espressione. Il reato è più conosciuto con il nome di stalking, spesso commesso da uomini a danni di altre donne (tipicamente un'ex moglie o ex fidanzata).

Se fai parte di questo nutrito gruppo di persone che non ha le idee chiare al riguardo, ti invitiamo a proseguire nella lettura. Scoprirai cosa dice la legge e le indicazioni necessarie per difenderti.

Inoltre, se dovessi averne necessità, ti invitiamo a scoprire cos’è l’Osservatorio sulla Violenza.

Cosa si intende per atti persecutori

L'articolo 612 bis del Codice Penale ha introdotto la locuzione "atti persecutori", che identifica tutti quei comportamenti messi in atto da una persona (in gergo tecnico stalker o offender) in grado di provocare disagi o reazioni particolari.

Tra questi ultimi rientrano eventuali modifiche allo svolgimento delle attività quotidiane, la manifestazione di paura e-o ansia persistente e il timore per l'incolumità propria o quella dei congiunti; ai fini di una denuncia, è sufficiente la soddisfazione di almeno una delle tre condizioni.

Ecco le condotte tipiche da parte del soggetto attivo:

  • minacce
  • molestie.

Non è indispensabile, quindi, che l'offender compia atti violenti. Ad ogni modo, i comportamenti devono essere reiterati, seppur non abituali: 2 volte nell'arco di 6 mesi sono più che sufficienti per far valere i tuoi diritti e richiedere provvedimenti.

La vittima deve sottoporsi ad accertamenti clinici prima o dopo la denuncia?

No, le normative non menzionano obblighi di verifica delle condizioni psico-emotive di chi è vittima di stalking. Basta che la condotta subita incida negativamente sulla stabilità e sull’equilibrio mentale.

Pertanto, fa fede la testimonianza al momento della querela. Tuttavia, un colloquio con uno psichiatra ed eventuali esami clinici possono agevolare l'iter e aumentare le probabilità di comminare la pena più alta, qualora ne sussistano le premesse.

Reato di atti persecutori: cosa dice la legge

Lo stalking è configurabile come reato contro la persona. Nelle situazioni tipiche, il Codice Penale ne sancisce la punibilità con la detenzione da 12 mesi a 6 anni e mezzo (6 mesi- 5 anni prima dell'ultimo aggiornamento dell'art. 612 bis del C.P.).

In molti casi sono previste delle aggravanti in grado di aumentare la durata della pena.

Ti segnaliamo le più importanti in merito agli atti persecutori, in base all'identità del soggetto passivo:

  • ex coniuge o ex fidanzato/a
  • minore
  • disabile.

Anche l'utilizzo di dispositivi informatici (smartphone, tablet, computer) può aumentare la durata della pena. Lo stesso dicasi per gli atti persecutori compiuti in seguito all'ammonimento da parte del questore, opportunità per chi vuole tentare strade alternative alla denuncia.

Esempi di atti persecutori

Gli scenari configurabili in tale casistica sono tantissimi, dal momento che le normative mettono in risalto non tanto il reato in sé, quanto come si sente la vittima.

Ti citiamo i più significativi:

  • appostamenti e pedinamenti nei pressi del domicilio, del posto di lavoro e di altri luoghi;
  • telefonate mute o minacciose;
  • SMS, e-mail, messaggi vocali o su voip, inviati in maniera insistente;
  • tentativi di avvicinamento ai congiunti;
  • pubblicazione online di contenuti sulla vita privata della vittima (se il contenuto è a sfondo sessuale si potrebbe configurare anche il reato di revenge porn);
  • baci, sguardi, regali e contatto fisico non richiesto né desiderato;
  • danneggiamento dell'auto o dell'abitazione;
  • aggressioni fisiche e verbali de visu, in presenza di testimoni.

A questo elenco aggiungiamo il reato di stalking condominiale, ossia le persecuzioni perpetrate verso la vittima da una persona che abita nel suo stesso palazzo.

Come difendersi dagli atti persecutori

Occorre presentare una querela entro 6 mesi dall'ultimo fatto, recandosi alla più vicina caserma dei Carabinieri o di Polizia. Solo così le Autorità potranno avviare delle indagini a carico dello stalker e provvedere alla tutela del querelante.

Fa eccezione alla regola il reato di atti persecutori compiuto in concomitanza di crimini procedibili d'ufficio. In questo caso, non occorre avviare un iter di parte, ma solo appurare l'effettiva sussistenza di tale condizione, meglio con il supporto di un investigatore privato.

Cosa succede dopo una denuncia per atti persecutori?

Una volta fatta la querela, le Autorità devono informare il Pubblico Ministero dell'accaduto, per comunicazione scritta o verbale. Entro 3 giorni, egli deve ascoltare la testimonianza della vittima e delegare la Polizia Giudiziaria allo svolgimento delle indagini.

L'obbligo di reperire informazioni dalla parte lesa decade in situazioni che mettano a repentaglio la riservatezza dell'accertamento, l'incolumità di minori o di soggetti con comprovata fragilità psico-fisica.

Come dimostrare un atto persecutorio?

Anche se la dichiarazione della persona offesa è sufficiente per validare una denuncia per stalking, le prove servono a verificare l'esistenza di disagi e cambiamenti nella vita della vittima.

Hanno valore probatorio tabulati telefonici, SMS, e-mail, screenshot di conversazioni (anche cancellate), foto e video. Lo stesso dicasi per le testimonianze di terze persone e le registrazioni di dialoghi, purché ciò avvenga in armonia con le disposizioni di legge.

Ti consigliamo, quindi, di richiedere la tempestiva consulenza di un agenzia investigativa.

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